[Viaggio] Sono tornato. Dall’Islanda. Con tanti rullini da sviluppare.

L’ho fatto. Sono andato, con un gruppo di amici a dir poco spettacolare, in Islanda.

I cincque compagni di viaggio, ritratti su Fujifilm C200 con Nikon S2 del 1957.

E’ stata un’esperienza unica.
Abbiamo visto l’Aurora!

No, non per l’Aurora, per altro già vista in Norvegia… Quella qui non si è vista. É estate!

Per chi non ha voglia di leggere possiamo sintetizzare tutto quello che seguirà con questa foto:

Foto a pellicola e birra.

Per chi invece è interessato ad una galleria di Islanda in pellicola qui di seguito il racconto.

Siamo andati lungo la costa sud con il nostro “pulmino del sole” (un Volkswagen Caravelle datato) portando con noi il bel tempo (pure troppo bello) in uno scenario immenso e maestoso come l’Islanda.

La Caravella del sole.

Penso che in Islanda non abbiano mai visto tanto bel tempo continuativo dalla loro colonizzazione.

Partenza da Reykjavík, 1/3 della popolazione dell’intero paese in una cittadina viva ma, onestamente, poco particolare.

Reykjavík, Kodak Tri-X 400 su Zenza ETRSi, 75mm EII.

Un giro classico, quello che era possibile fare nei pochi giorni disponibili.

Un giro tra i più impronunciabili ma famosi nomi del sud Islanda.

éàòéö e altri accenti misti li scrivo qui, voi metteteli nei nomi dove sicuramente mancheranno.

Con noi Zaini su Zaini di macchine fotografiche, filtri, accessori.
Nel mio, una selezione d’altri tempi.

Pellicole, 35 mm e medio formato. Il kit da Islanda di www.davideblandino.it

Si, perchè questa volta, per volermi mettere alla prova, ho deciso che avrei accantonato il digitale e la frenesia che si porta dietro per concentrarmi sulla “Slow Photography”, sul fotografare con senno, su “un fotogramma per volta, con un motivo”.

Così ho fatto e il risultato mi ha soddisfatto appieno!


Ho goduto di momenti di dubbio, di panico e di speranza ad ogni pressione dello scatto flessibile. Componendo al millimetro e visualizzando lo scatto prima di ogni click.

Ma partiamo con la fotocronaca.

Giorno 1: “Golden Circle”

Che poi cosa avrà d’oro non l’ho capito. Diciamo “Giro per turisti vicino alla capitale”.

Si passa dalla vallata dove è nata l’idea di “Parlamento” per passeggiare tra cascate e un paesaggio vulcanico molto variegato.

In giro sembravamo dei giapponesi.
Qui la foto scattata qui sopra. Fujifilm Velvia 50 su GW680III, 6×8. Þingvellir.

Camminando per l’Islanda sembravamo un po’ l’anello di collegamento tra un mulo e un giapponese in gita. Enorme peso sulle spalle, cavalletti a più non posso e tante, tante fermate.
A volte per scattare, altre solo per pensare uno scatto e salvarlo solo nella propria testa.

Sempre Velvia 50 su GW680III, Þingvellir.

La varietà di paesaggi e contesti permette innumerevoli interpretazioni e la drammaticità di alcuni scorci sembra nata per una rappresentazione monocromatica.

Kodak Tri-X su Zenza ETRSi con 150mm, filtro ND1000

In zona da segnalare la piccola ma interessante Öxarárfoss.

info@davide-blandino

Nella piana, la tipica chiesetta di Þingvallakirkja con la caratteristica, e sempre identica, architettura ecclesiastica islandese. Si, tutte le chiese in Islanda sono praticamente identiche.

Kodak Ektar 100, Zenza ETRSi, Zenzanon 40PE

Da Þingvallakirkja ci muoviamo verso Geysir, che tralascio in quanto onestamente non mi è proprio piaciuta come location. Qualche Geysir nel luogo che ne da il nome, un mega bar ristorante e poco altro.

Kodak Ektar 100, Zenzanon 40PE

Il paesaggio che che ci aspetta viaggiando verso Vik è incredibile e prima di scendere verso la costa saliamo a Gullfoss.

Ecco, qui a Gullfoss partono tutti i santi.

In scatto con la GW680III.

Essì, perchè per un qualche astruso problema non ancora indagato a fondo la Zenza ha scattato sempre a 1/500s quando ho usato il pentaprisma e non il pozzetto, pur avendo io isolato i contatti del mirino esposimetrico visto che non funziona.
Ho quindi tramutato foto epiche a Þingvellir in scatti totalmente sotto esposti ma almeno a Gullfoss ho capito di aver un problema e ho trovato la soluzione.

Posa T, scatto remoto e cronometro. Come una volta.
Della maestosità di Gullfoss non esce molto ma almeno qualcosa si impressiona finalmente nel rullo.

Gullfoss, Zenza ETRSi, Zenzanon 40PE, Kodak Ektar

Da qui in avanti parte il pomeriggio più incredibile. Scendiamo verso Vik e arriviamo a Seljalandsfoss in una congiuntura astrale di luce dorata.

Fujifilm Velvia 50, Fujifilm GW680III, 6×8

Il giro sotto la cascata è a dir poco epico.

Qui con il buon @MatteoBroggi
info@davideblandino.it

Epico per l’unione di una luce incredibile con una quantità d’acqua e di goccioline che ti penetrano all’interno.

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L’arcobaleno ci accompagna nel tour a coronare uno dei momenti più belli del viaggio.
Da li, con una piccola camminata si raggiunge un anfratto in cui svetta Gljufrabui in una nuvola di goccioline. Vale la pena bagnarsi per vederla da vicino.

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Giusto il tempo di questa doccia e ci dirigiamo di corsa a Vik con il rischio di rimanere senza cena. In Islanda gli orari sono ferrei e anche se il sole è ancora bello alto alle 22 è già tutto chiuso da ore.

Solo dopo esserci saziati usciamo a guardare le quattro case che compongono la città.

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Una sorta di presepe con illuminazioni miste e dei faraglioni che connotano tutto il paesaggio.

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Vík í Mýrdal. Punto. Un luogo che una volta visitato si ricorda per sempre.

Day 2: “The long and winding road”

Vale e Zaini ci sono, possiamo partire.

Sveglia “presto”. Colazione Pantagruelica nell’hotel “Katla”. Si, come la serie TV assurda di Netflix.

Rotoliamo nella nostra “Caravella del Sole” e via lungo la costa.

Cominciamo perdendoci tra la sabbia nera, giusto appena usciti da Vik.

Ci accoglie un paesaggio lunare con una spolverata di pagliuzze.

Fujifilm Velvia 50 su GW680III, 6×8

Tra le pagliuzze rocce e formazioni che sembrano alberi letteralmente generati in pietra lavica.

Carichiamo un rullo di Ektar nella Zenza

Nel pozzetto l’immagine è già tridimensionale ma la resa della Ektar genera sempre emozioni.

Kodak Ektar 100, ETRSi, Zenzanon 40PE

In lontananza si vede ancora il promontorio che sovrasta Vik.

Kodak Ektar 100, Zenzanon 150mm su ETRSi

Da qui ci spostiamo verso un’altra località dal nome impronunciabile: Fjaðrárgljúfur.

Fujifilm Velvia 50, GW680III

Nome assurdo, posto incredibile. Un Canyon scavato nella roccia, una bella camminata in salita costeggiando il fiume chearrivati in fondo esplode in tutta la sua maestosità.

Si, di questa ne esce sicuramente un poster. Velvia 50 in 6×8.

Il culmine della passeggiata porta in un crocevia di cascate talmente particolare che renderne l’idea in foto è veramente difficile.

info@davideblandino.it
Pano dal cellulare per cercare di rendere l’idea.

Da lì si prosegue sulla costa dove si incontrano colate laviche di kilometri e kilometri.

Kodak Tri-X su Zenza ETRSi con 40 PE.

Il ripetersi delle colate laviche, del terreno in continuo cambiamento e dei ponti provvisori a corsia singola mostra come è precaria “l’autostrada 1” in Islanda. I resti di quello che era un viadotto diventano un monumento monito alla forza della natura.

Kodak Ektar 100, Zenza ETRSi, Zenzanon 75mm.

Più avanti, punto più lontano del nostro viaggio Jökulsárlón. Una pozza d’acqua davanti ad un immenso ghiacciaio.
Un normale laghetto che con uno stretto riversa in mare Iceberg e cubi e cubetti di ghiaccio.

Kodak Ektar 100, Zenza ETRSi, Zenzanon 150mm.
Fotografi tra i ghiacci

Quelli che ce la fanno arriveranno in mare ma tra questi… la maggior parte finirà nelle foto dei fotografi, arenato su una spiaggia di sabbia nera.

Kodak Tri-X 400, piedi in acqua. Zenzanon 150mm.

Sono sincero, ho visto milioni di foto della “Spiaggia dei Diamanti”. In tutta onestà è un posto triste.
E’ la spiaggia di chi non ce l’ha fatta.
In pratica è così:

Fujifilm C200 su Nikon S2.

Anche se siete abituati a riconoscerla in foto come questa:

info@davideblandino.it

Il posto è esattamente lo stesso. La differenza è un ND1000 davanti alla lente.

Kodak Ektar e un’onda anomala che mi ha sommerso fino alle ginocchia

Un ND1000 che allunga il tempo sufficientemente per essere sommersi fino alle ginocchia da un’onda.

Da qui si torna, sempre di corsa, verso Vik.
Ci aspetta il microbirrificio Smiðjan Brugghús stasera. IPA e Hamburger. All’interno riunita tutta l’Islanda arrivata non si capisce da dove…

Birra e hamburger ottimi. Avranno fatto parecchia strada per venire qui.

Giorno 3: “Ritorno alla Capitale”, ma con calma

Oggi ci tocca ritornare verso la capitale. Ma decidiamo di farlo con calma e stile.

Prima un giro sulla spiaggia di Vik, giusto dopo lo shopping.

Kodak Tri-X 400, ETRSi, Zenzanon 40PE

Poi le più famose cascate di Islanda. In pratica una cascata con davanti la stessa gente che c’è a Riccione d’estate.

Skogafoss. 4 gatti. Kodak Ektar 100 su zenza ETRSi, Zenzanon 75EII, ND1000.

Per poter scattare la foto qui sopra, senza nessuno in primo piano, mi sono dato alla fotografia acquatica.

Il posto di per se offre vari spunti, grazie anche alla fauna locale.

“Flying High in Skogafoss”, Kodak Tri-X 400, Zenza ETRSi, Zenzanon 150mm. Mano libera.

Risulta però decisamente sovrappopolato e già visto e stravisto.

Fujifilm Velvia 50, GW680III, 6×8.

Ciononostante, giusto lì accanto… Kvernufoss viene trascurata dai più pur restando uno dei luoghi più interessanti che abbiamo visto.

Fujifilm Velvia 50 su GW680III

Un bel Canyon completato da una bellissima cascata da gustarsi in ogni schizzo.

Kodak Ektar 100 su ETRSi, Zenzanon 40PE, ND1000.

L’immancabile giro sotto, a farsi letteralmente lavare permette un controcampo che rimane impresso nella memoria.

info@davideblandino.it

Un luogo tanto bello quanto, per fortuna, trascurato dai turisti. Fate conto che non abbia detto nulla.

Pano con il cellulare.

Ci si riposa lungo il fiume. Chissà se chi l’ha prodotta e usata prima di me dal 1957 pensava che avrebbe visto tutto questo la piccola Nikon S2.

Da qui andiamo diretti dentro una pozza geotermica dove passiamo le nostre 2 orette e mezza a rilassarci birra alla mano.

Relax!

Poi si torna alla capitale.

Inquiete presenze davanti ad uno strano portone. Kodak Ektar 100, Zenza.

Pare che lui sia il vero scopritore dell’America, primo europeo ad arrivarci.

Leif Erikson e la chiesa di Hallgrímskirkja.

Kodak Ektar 100, Zenzanon 75 EII.

Giorno 4: “Il mottarone”

Diciamocelo. Non si può andare in Islanda senza vedere Kirkjufell (Monte a forma di Chiesa).
Ma diciamoci anche la verità. Più che Kirkjufell, il monte più fotografato dell’Islanda, è la penisola di Snæfell a meritare un giro.
Lui, Kirkjufell, da lontano sembra solo un collinone.

Si, è Kirkjufell dalle colline davanti. Kodak Ektar 100, Zenzanon 150mm.

Poi avvicinandosi lo si riconosce ma è solo arrivando alle iper fotografate fontane che si riconosce.

E si riconosce soprattuto dalla moltitudine di fotografi con cavalletto e filtro ND.
Si perchè senza non è che dica molto…

Fujifilm Velvia 50, GW680III

Ma con…

Kodak Tri-X 400, ND1000, Zenzanon 40PE

Con cambia tutto e viene bene in bianco e nero o a colori (cambiando solo dorso tra i due scatti).

Kodak Ektar 100, Zenza, Zenzanon 40PE, ND1000

Certo che poi però scatti e scatti ma sempre “Mottarone resta”.

Kodak Ektar 100, Zenza ETRSi, 40PE

Diciamolo, abbiamo visto e, senza ancora saperlo, vedremo di meglio nella stessa giornata.

Si perchè girando per Snæfell gli scorci non mancano.

Kodak Tri-X 400, Zenzanon 150mm.

E nel giro onestamente ci sono scorci trai miei preferiti come quello catturato in quello che è senza dubbio il mio scatto preferito del viaggio.

Uno scatto che ho visto nella testa e cercato fino a trovare il punto esatto dove realizzarlo. Uno scatto nato in bianco e nero è impresso su Kodak Tri-X 400 con un ND1000.

Uno scatto che può sembrare facile da realizzare ma che in pellicola richiede di metter bene cavalletto, di controllare alla lettera l’esposizione e di correggere l’errore di reciprocità.
39 secondi finali con il fiato sospeso fino alla visione del negativo sviluppato.

Lóndrangar, l’essenza dell’Islanda. Mare e Lava fusi nella seta.

Kodak Tri-X 400. Zenza ETRSi, Zenzanon 40PE, filtro ND1000

Sempre in penisula l’affascinante Búðakirkja, poco più avanti, la “Chiesa da Nera”, da cui si racconta si parta per arrivare al centro della terra.

Kodak Ektar 100, Zenzanon 150mm.
Fujifilm Velvia 50, GW680III

Da lì andiamo a cercare le foche sulla spiaggia di Ytri Tunga. Foche che trascuro totalmente per concentrarmi sui resti di una balena al tramonto.

Kodak Ektar, Zenzanon 40PE
Kodak Tri-X 400, Zenzanon 75EII, e i compagni di viaggio in fondo che guardano le foche.

Si torna alla capitale per l’ultima notte.

Giorno 5: “Cronometro Reykjavík – Keflavík”

Aspettiamo l’aereo passeggiando per la città e riflettendo su quello che abbiamo visto.

Kodak Tri-X
Fujfilm C200 su Nikon S2
Fujfilm C200 su Nikon S2
Fujfilm C200 su Nikon S2
Fujfilm C200 su Nikon S2

Alla fine quello che resta è l’esperienza e gli amici con cui la si è vissuta.

Kodak Tri-X 400, Zenza ETRSi, Zenzanon 75EII

Si torna con un bottino non da poco.

Sia fotografico che alcolico.

E dal volo di ritorno, con il magone, l’ultimo tramonto Islandese da appuntamento… alla prossima.

Post Scriptum:

E’ inutile che ci girate intorno, vi state chiedendo da quando avete cominciato a leggere quanto cavolo è grosso un 6×8 in Velvia…

Velvia 6cm x 8cm di goduria.

Scannerizzare Velvia però è tutt’altro che semplice.

Qui gli scatti che non ce l’hanno fatta ad entrare nel racconto…

Kodak Ektar 100 su 6×45

Kodak Tri-X 400 su 6×45

Fujifilm Velvia 50

Ma alla fine… il Caffè costa meno del Crack.

La prossima volta… dove potremmo andare?

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